La sua dimensione di soli 7 kmq ce lo racconta come uno dei comuni italiani più piccoli, è uno splendido borgo medievale e il luogo ideale dove soggiornare per fare una totale e rilassante immersione nella storia, nell’arte e nella buona cucina: Nereto, ricco di testimonianze architettonico-monumentali religiose e civili, oltre che archeologiche, grazie alla sua peculiare posizione geografica centrale, viene da sempre considerato “la capitale della Val Vibrata”.
Tra storia, religione e poesia
Le sue origini sono da riferirsi al Neolitico e di questo è testimonianza il ritrovamento – avvenuto in anni recenti – della, cosiddetta, “capanna di Paialonga”: una sorta di abitazione risalente a quel periodo.
Oltre ai Siculi, che potrebbero essere stati i suoi primi abitanti, sembra ci sia stato anche uno stanziamento dei Liburni. Questa popolazione viveva sulla costa adriatica opposta e, in particolare, nelle vicinanze del fiume Narenta, da cui, forse, il borgo prese il nome, ma al riguardo esistono molte altre ipotesi.
Particolarmente importante fu, però, lo stanziamento dei benedettini attorno all’anno 1000. I monaci fecero affermare e diffondere il culto di San Martino, che divenne il santo patrono e a cui è dedicata la chiesa omonima da essi stessi edificata.
Gabriele D’Annunzio fu un altro ospite di cui si deve sottolineare la presenza in questa località. Il poeta si trovò, infatti, spesso qui per incontrare gli intellettuali neratesi, oltre che, molto probabilmente, per un interesse sentimentale nei confronti di Vinca De Filippis Delfico, una giovane e bellissima nobile del luogo.
Cosa vedere a Nereto
Dal punto di vista dell’itinerario turistico, si può iniziare dalla visita della bella Chiesa parrocchiale della Madonna della Consolazione di cui si nota subito la linearità della facciata arricchita dal campanile con guglia che è situato posteriormente. Nella Chiesa si trova una bellissima serie di affreschi del Toscani che raccontano il miracolo avvenuto, secondo la leggenda, il 22 dicembre 1798, quando la Madonna intervenne per salvare il borgo dall’azione distruttiva dei francesi ponendo a sua difesa un esercito di angeli. Degni di attenzione sono anche la statua in legno che raffigura l’Immacolata Concezione, la statua in terracotta della Madonna della Consolazione e un busto in argento raffigurante San Martino, patrono di Nereto.
Proprio a San Martino è dedicata la Chiesa omonima che si trova fuori le mura del borgo. Venne innalzata nella prima metà del XII secolo dai benedettini su quelli che erano i ruderi dell’antica e originaria località di Vico Gallianum. La sua struttura in seguito fu modificata con vari interventi costruttivi e di restauro, tra cui, nell’Ottocento, il rifacimento della facciata. Al suo interno si possono ammirare il suggestivo tetto in legno e una statua della Madonna con il Bambino.
Continuando l’itinerario fuori dal borgo, si arriva a Fontana Vecchia. Si tratta di una costruzione che venne edificata nel 1881 ed è dotata di tre nicchie, del lavatoio e dell’abbeveratoio.
La Chiesa di San Rocco, che pure si trova fuori dalle mura cittadine, risale all’inizio del Seicento. Ha la peculiarità di essere stata costruita nel periodo della tragica epidemia di peste proprio per permettere ai malati di potersi raccogliere in preghiera lontano dal centro abitato.
Nei dintorni
Durante il soggiorno di vacanza a Nereto si possono organizzare gite e escursioni nel bellissimo ambiente naturale del circondario.
Il borgo si trova a pochi chilometri di distanza, ad esempio, dal Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga: un ambiente tutto da visitare con i suoi splendidi panorami e nel quale immergersi passeggiando a piedi tra la natura, seguendo percorsi in bicicletta, a cavallo o in canoa o con visite guidate.
Da Nereto, inoltre, si può partire per fare un’escursione davvero adatta a tutti, di grado minimo di difficoltà, percorrendo un itinerario che fa parte della “Strada del vino di Controguerra” e che arriva fino a Corropoli: così si potrà scoprire la ricchezza delle testimonianze corropolesi archeologiche e architettonico-monumentali.
La proposta enogastronomica
La cucina di Nereto, felicemente completata dall’ottimo vino che qui viene prodotto, è in primo piano per la sua bontà e merita davvero un discorso a parte per la qualità e, soprattutto, per il rispetto della tradizione che la caratterizzano.
I ristoranti sono a conduzione famigliare, si distinguono per l’accoglienza, la cordialità, l’ospitalità e raccontano davvero a tutto tondo i sapori prelibati della più antica tradizione culinaria locale. Qui, infatti, è possibile scoprire e gustare ricette che portano al tempo passato e che ancora oggi vengono riproposte in modo talmente fedele che due piatti tipici del borgo hanno ottenuto il riconoscimento di “Pietanze tipiche abruzzesi”.
Si tratta del “tacchino alla neratese” e della “capra alla neratese”, quest’ultima è una ricetta che viene preparata, in particolare, per festeggiare la ricorrenza di Pasqua. Sono piatti tipici dal gusto inconfondibile che vengono cucinati con passione e utilizzando solo ingredienti genuini. Accanto a questi non mancano mai altre ottime proposte tra cui il formaggio fritto, il classico “agnello con cacio e ova”, il pollo all’abruzzese, gli squisiti carciofi ripieni oppure arrostiti, la classica pasta alla chitarra magari arricchita con uno speciale condimento a base di pomodorini secchi. Per quanto riguarda il dolce, il menu dedica al palato la prelibatezza dei bocconotti e de “li cumberzejune”.
Dove alloggiare
Organizzare un periodo di soggiorno a Nereto vuol dire fare una vacanza rilassante e all’insegna della buona cucina. Dal punto di vista ricettivo, ci sono diverse possibilità di alloggio per ogni tipo di esigenza: dalla comodità dell’albergo a conduzione famigliare e dotato di ristorante fino all’hotel moderno in cui viene garantito ogni tipo di comfort.
Il B&B è a disposizione di chi desidera orientarsi verso una soluzione più formale e indipendente. Altre strutture – dall’agriturismo alle Country house – si trovano nel circondario e nelle località vicine.
Come arrivare
Per chi viaggia in automobile, il riferimento è la A14 con uscita a Val Vibrata, per, poi, proseguire verso Nereto percorrendo la SP 259.
Per chi viaggia in treno, le stazioni a cui scendere sono quelle di Giulianova oppure di Alba Adriatica, per, poi, proseguire verso Nereto con le autolinee di bus locali.