Un tempo era considerato un modo alternativo e giovanile di trascorrere le vacanze, Il turismo naturalistico sta rapidamente guadagnando nuovi consensi e costituisce una risorsa economica rilevante per il territorio e le comunità abruzzesi.
I parchi – dallo storico Parco Nazionale d’Abruzzo, al Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, a quello della Majella e ancora il Parco Regionale del Sirente e Velino – insieme alle numerose riserve e oasi naturali, costituiscono il 30% del territorio regionale per un totale di quasi 300.000 ettari.
Parchi, riserve e oasi d’Abruzzo: Una scelta in crescita
La politica delle aree protette è uno degli assi fondamentali del progetto di sviluppo sostenibile avviato dalla Regione Abruzzo, in sintonia con le indicazioni comunitarie e in collaborazione con associazioni ambientaliste e delle categorie artigianali e commerciali.
Una politica che dà risultati: nelle zone di montagna, dalla massiccia presenza di turisti solo durante stagione invernale, quando l’offerta è incentrata sullo sci, si è passati ad un costante incremento delle presenze anche nel resto dell’anno.
Grazie alla crescente cultura ecologica, il soggiorno nei parchi e nelle aree protette è una scelta in crescita, soprattutto nella stagione estiva, quando è più facile instaurare un contatto diretto con la fauna locale, la vegetazione nel pieno del suo splendore e i luoghi della tradizione pastorale.
Lupi, camosci, linci, orsi, aquile reali e falchi pellegrini, non sono così difficili da incontrare nei pressi dei sentieri montani dei parchi e delle riserve naturali come “La Camosciara”; nei boschi di faggi secolari circondati da aceri e agrifogli si scorgono torrenti, cascate, laghi, calanchi, gole e un sottobosco variopinto di ricche di fioriture.
Gli hotel presenti nei parchi abruzzesi offrono soggiorni di buona qualità in contesti paesaggistici di rara bellezza, capaci di attrarre l’utenza con un’offerta che include oltre all’alloggio, una cucina tradizionale basata sulla genuinità dei prodotti locali, la pratica di attività sportive da svolgere a diretto contatto con la natura e una serie di altre attività legate alla cura del corpo e dello spirito.
La gastronomia di terra abruzzese parte dalla grande tradizione agropastorale, in origine orientata al solo fabbisogno nutrizionale. Con il tempo si è affinata ed arricchita preservando però la semplicità originaria e la predilezione per i sapori forti.
Il primo piatto più noto è “maccheroni alla chitarra”, tipicamente condito con il sugo di pallottine (polpettine) e che, nelle cucine delle località del Gran Sasso e dei Monti della Laga, si ritrova arricchito del sapore dei funghi porcini e dei tartufi freschi abruzzesi.
Nel versante teramano del Gran Sasso è facile trovare nei menu la “fracchiata”, una specie di polenta preparata con farina di farro e cicerchia, talvolta mescolata con quella di ceci, accompagnata ai tanti piatti a base di carne di cui è ricca la tradizione culinaria dell’entroterra: maiale, porchetta, tacchino, manzo, pecora e soprattutto l’agnello nelle sue diverse preparazioni stagionali: con cacio e uova in primavera, ripieno o alla brace nei mesi più freddi dell’anno.
In primavera ed estate i pascoli abruzzesi sono straordinariamente ricchi di erbe, i cui sapori e profumi ritroviamo nei formaggi: vaccini e i pecorini, tra i quali spicca il pecorino di Farinola, l’unico al mondo realizzato con il caglio di maiale, preparato storicamente dalle donne della zona di confine sulle alture del parco Nazionale del Gran Sasso, tra le province di Teramo e Pescara.
Non può mancare una menzione ai dolci, la cui preparazione è tradizionalmente legata alle feste e alle ricorrenze agrarie e religiose: Pepatelli, Calgionetti, Bocconotti con marmellata d’uva, Cellitti ripieni di frutta, la Pizza Dolce di pan di spagna, crema e cioccolato.
La tradizione vuole che le merende e la degustazione dei dolci siano accompagnate con vino cotto, la cui preparazione è ottenuta con la riduzione del vino fino al 30%, messo a maturare in botti, di anno in anno (anche per decenni) rimboccate con vino cotto dell’ultima annata, e solo dopo questo laborioso procedimento pronto al consumo.
Non solo cibo però: la natura va goduta all’aria aperta!
Se lo sci, nelle sue varie declinazioni e varietà, è lo sport più praticato d’inverno, per il resto dell’anno c’è l’imbarazzo della scelta: le camminate nel bosco, le escursioni più impegnative alla conquista delle vette più alte dei massicci abruzzesi, i percorsi in mountain bike, il ciclo-escursionismo con bici da strada, le passeggiate a cavallo, la pesca sportiva, la pratica di sport più estremi come il rafting o il parapendio che sta prendendo piede, soprattutto tra i giovani.
Associazioni come il CAI o Lega Ambiente collaborano con gli enti di promozione turistica locali e l’Ente Parchi per organizzare percorsi didattico-naturalistici ed escursioni di ogni tipo, con l’ausilio di esperti della fauna, della flora e di istruttori sportive e guide alpine specializzate.
Non è raro trovare tra gli agriturismo o le strutture alberghiere dei veri e propri centri di salute e bellezza. L’offerta può includere massaggi, ippoterapia, corsi di yoga e pratiche di rilassamento per liberarsi dallo stress accumulato, il tutto in un contesto naturale di rara bellezza.
Ce n’è per tutti gusti. Provare per credere!